Cultura da mangiare e zuppe di città

Da un po’ di tempo a questa parte parliamo spesso di cibo, di zuppa, di orti: parliamo del progetto ZUP – Zuppa Urban Project. Azioni Culturali nel Territorio, un progetto culturale di rigenerazione urbana che ha come ingredienti il cibo e la creatività, il territorio e uno sguardo su di esso, allenato o sorpreso, che ne riprende gli elementi inusuali, significativi, perfino belli, per arrivare a raccontare di nuovo lo spazio nel quale viviamo, nella città.

Ma il progetto nasce innanzitutto da una considerazione: la cultura si mangia.

Non intendiamo solo il cibo come cultura, come elemento di quella cultura materiale che contribuisce a costruire le identità di un territorio e delle comunità che lo abitano (tra i tanti titoli che trattano l’argomento, e che esprimono un sentire diffuso, segnaliamo il recente Pane Nostro di Pedrag Matvejevic, edito da Garzanti).
E non ci riferiamo neanche, o non soltanto, al valore creativo e artistico della cucina, al suo potenziale innovativo, al suo ruolo conviviale.

Parliamo soprattutto di cultura come cibo: certamente cibo per l’anima, ma anche cibo materiale che veramente “dà da mangiare”.
Citiamo una delle ragioni di ottimismo sul futuro della cultura che questa domenica Francesco Micheli (presidente di MITO) ha riportato su Il Sole 24 Ore:

[…] La diffusione mondiale di una coscienza che è realisticamente consapevole del valore che le arti, l’immaginazione, la musica, il teatro, la letteratura, i beni architettonici e archeologici hanno per l’economia di una nazione. E sia detto non solo al di là del prodotto lordo, ma anche al di qua do esso, e cioè dentro i valori materiali che danno da mangiare. Vien voglia di adattare una celebre pubblicità: “Chi mangia cultura campa cent’anni”

Il cibo in questo progetto è uno strumento che ci permette di dire cosa avviene in una città, tra ibridazione, mescolamento e creazione. È uno strumento per stringere relazioni, per stimolare aggregazione e socialità. Diventa il pretesto per legare le nostre cucine, luoghi privati, agli spazi del quartiere, luoghi pubblici dove si potrebbero cogliere gli ingredienti per una zuppa. È un’occasione per descrivere itinerari e trame di racconti su come si vive oggi nel quartiere e su progetti di rigenerazione urbana da attuare.

E per rimanere sulla linea d’onda di Serena Danna (sempre dalla Domenica del Sole 24 ore di questa settimana) “Forse solo con la cultura non si mangerà, ma certamente si cucina pure”. Ecco che il progetto ZUP – Zuppa Urban Project. Azioni Culturali nel Territorio ha preso a cuocere a fuoco vivace: stiamo preparando la prima tappa, di apertura e racconto, che non poteva che farsi a tavola, con uno ZUPranzo di Primavera. Per informazioni su come partecipare a questa e alle prossime tappe del progetto seguite questo link.

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